Una lunga attesa in mare, silenziosa e buia, regala un vino magico, nelle sfumature di colori e profumi che una bollicina insistente svela.

La nascita di uno spumante, metodo classico, è ricca di fascino. 

Se solitamente il luogo di questa attesa è la cantina, c’è chi si è spinto oltre, scegliendo il mare. Le ragioni di questa scelta sono diverse e, sembra, scientificamente provate. 

Le temperature, costanti e basse, rallentano l’evoluzione del vino che, nella penombra delle profondità, viene influenzato dalle correnti e da questo gioco di pressione interna ed esterna alla bottiglia.

Le aziende che hanno provato ad affinare gli spumanti in mare sono diverse, prima tra tutte un’azienda italiana.

Drappier, nel 2005 ha lasciato per un anno intero 660 bottiglie di Champagne Brut Nature, nelle acque del golfo di S. Malò. 

Emanuele Kottakis di Jamin srl, ha, per tanto tempo pensato e desiderato uno Champagne diverso, che coniugasse l’inimitabilità del territorio Kimmerdgiano assorbita dal Pinot Nero, alle evolute tecniche di cantina. Ha realizzato questo suo sogno nell’Area Marina protetta di Portofino dove riposa ed evolve il suo -52 Cloe Marie Kottakis. 

Oggi sono ormai diversi i produttori italiani che si affidano a Jamin per sperimentare i benefici del mare sui propri vini, cito tra tanti Tenuta Campo al Signore, Bolgheri, che, grazie a Jamin ha affidato al mare il suo Rosato.

Il fascino del mare della Bretagna con le sue grandi onde, ha stregato la cantina di Bento Gonçalves, nello Stato del Rio Grande do Sul, vicino a Porto Alegre, Brasile. Edizione limitata e speciale del “Miolo Cuvée Tradition Brut”, affinata nelle profondità della magica e per me, davvero indimenticabile, isola di Ouessant.

Anche Hostomme ha scelto quest’isola affascinante per  il suo Champagne millesimato nato nell’annata 2012 creato con Chardonnay di Bisseuil, Pinot Nero di Avernay-Val-d’Or e Pinot Meunier da Vrigny.

Il bellissimo mare sardo, nell’area protetta di Capo Caccia-Isola Piana, a trenta metri di profondità, affina Akènta, lo spumante della cantina Santa Maria la Palma.

Nel maggio 2016, duecento bottiglie di spumante Villa Zappi Brut di Tenuta Casali, sono state affidate al mare, al largo della costa di Rimini e depositate all’interno delle stive del relitto sommerso “Cargo Anni”. Dedicate all’impresa di Filippo Zappi e battezzate con il nome della radio che le ha narrate, Ondine 33, queste bollicine sono espressione di un sangiovese in purezza.

Il Golfo di Trieste ha ospitato a 20 metri di profondità 6492 bottiglie di Prosecco Doc Audace.

A Talamone, il sommozzatore Andrea Montrone, a 20 metri di profondità custodisce, bottiglie di Champagne, Prosecco e spumanti. Affinate dalle correnti del mare toscano, si vestono di preziose incrostazioni prima di finire sulle tavole dei ristoranti locali.

In questo curioso viaggio negli abissi, la Spagna vanta un laboratorio sottomarino, Lseb, che studia, con l’ausilio di sensori e videocamere tutti i dati relativi all’invecchiamento del Vino tra le correnti della costa dei paesi baschi.

Ma il padre di tutte queste sperimentazioni, in Italia, è doveroso ricordarlo, è Pierluigi Lugano della cantina Bisson. È lui l’inventore di questo metodo di affinamento tanto imitato in tutto il mondo.

Dagli studi di storia, Pierluigi, attinge questa evoluta capacità degli antichi di conservare il vino in mare, con ottimi risultati, il vino. Da qui l’idea, portata avanti con grande forza e supportata da ricerche e studi continui, dove ogni fattore influente sui processi di spumantizzazione è stato studiato e valutato nel minimo dettaglio.

In vent’anni, prova dopo prova, esperimento dopo esperimento, difficoltà dopo difficoltà, lo spumante di Bisson diventa un’istituzione tra i metodi classici. Pierluigi ogni anno attende l’affinamento di migliaia di bottiglie, depositate sul fondale marino della riviera di Levante.

Bianchetta, Vermentino e Cimixià, sono i protagonisti di questa etichetta che celebra con la sua effervescenza tre grandi passioni, quella per la storia, quella per il vino e quella per il mare.

La storia di questo spumante, raccontata direttamente da Pierluigi, è davvero affascinante, così come lo sono le bottiglie che, una volta tornate in superficie, portano con sé i segni di una lunga immersione e di un piccolo microcosmo che vanno a creare per il tempo di affinamento, dove offrono riparo a piccole conchiglie, granchi, stelle marine.