Cantina Riboli si trova nel Monferrato. A gestirla sono due fratelli milanesi, Roberto e Riccardo, grande energia e voglia di sperimentare. È dal loro mettersi alla prova continuamente sbaglio dopo sbaglio che sono nati vini fini ed eleganti.
La visita parte dalla vigna, riporto il loro racconto.
“È nato tutto per gioco. Questa era la casa del weekend. Mio padre è un informatico, ha acquistato questa casa con una piccola vigna, perché era appassionato. Non c’entrava nulla con la campagna. Abbiamo cominciato a giocare a fare la vendemmia con gli amici. Vendevamo l’uva. Tutto finiva con la grigliata a fine vendemmia.
Poi piano piano i 9 filari ci hanno permesso di iniziare a fare il vino. Abbiamo comprato un libro in Feltrinelli per capirne di più. Noi siamo di Milano e qui il “foresto” non era ben visto. Quando chiedevamo spiegazioni ci venivano date sbagliate.
Io mi occupo di amministrazione, mio fratello fa tutto il resto, dai lavori in cantina alle consegne, al marketing, ai lavori in vigna. A me piace stare qui. Vorrei trasferire il mio lavoro in questo luogo. Quando i miei genitori, qualche anno fa, mi chiedevano se preferivo andare in discoteca con gli amici o venire qui, io sceglievo sempre di venire qui.” Riccardo Riboli
“Le prime vinificazioni sono andate male, fermentazioni non riuscite. La prima annata ben riuscita è stata il 2009. Abbiamo ancora qualche bottiglia.
Il 2013 segna l’inizio del progetto vero e proprio. Fine dei lavori di ristrutturazione, ingresso di un enologo in cantina.
Quando abbiamo acquistato la casa, oltre i 9 filari, c’erano un ettaro di Moscato d’Asti e colture a rotazione. Piano piano abbiamo dedicato altro terreno alle vigne. Qui abbiamo ora 2 ettari e mezzo più un altro ettaro e mezzo vicino a Canelli. È un terreno di vitigni internazionali da cui nasce il nostro metodo classico. Produciamo uno spumante da uve Chardonnay, più fresco e facile da bere e uno spumante da uve Pinot Nero, con passaggio in legno e 72 mesi di affinamento in bottiglia, più struttato e complesso. La nostra produzione è di 20.000 bottiglie totali. Potremmo produrre di più, ma la nostra è una scelta di qualità. Con questo volume riusciamo a garantire la giusta cura al vigneto e alla produzione. Da disciplinare siamo al 50% del nostro potenziale produttivo. Facciamo un lavoro di diradamento davvero molto importante, lasciamo 9 grappoli per pianta.
Tutti i lavori vengono fatti manualmente. Vendemmiamo molto presto al mattino. Facciamo molta scelta dei grappoli in pianta. Una prima selezione dei grappoli viene fatta già in fase di invaiatura. Il lavoro di selezione consente di avere maggiore concentrazione del frutto. Selezione in vigna e pulizia in cantina, sempre. La nostra vendemmia avviene a ottobre. In quelle date abbiamo grande sbalzo termico tra il giorno e la notte e comincia a esserci umidità ma lavorando sull’apparato fogliare riusciamo a garantire un’uva priva di muffe.
Qui abbiamo Barbera e Moscato. Il Moscato è un bel vino, se fatto bene. Peccato sia stato maltrattato negli anni. I vitigni di Moscato sono molto vecchi. Nei prossimi anni valuteremo cosa fare perché i rimpiazzi non riescono a crescere, si crea un forte antagonismo con le piante vecchie.
L’uva viene pigiata con una pigiatrice molto moderna, in teflon con possibilità di decidere quanto premere gli acini. Possiamo così mantenere l’acino intero. Dalla pompa sposta solidi si arriva in vasca, già portata a temperatura.
Comincia la fermentazione a temperatura controllata tra i 20 e i 23 gradi, fermentazione più lunga ma che garantisce maggiore complessità di aromi.
La Barbera base dopo la fermentazione viene svinata, la superiore e la riserva hanno una macerazione post fermentativa, un mese di cappello sommerso per la superiore e tre mesi per la Riserva. I rimontaggi vengono effettuati 3 volte al giorno. La chiarifica avviene con il freddo.
I vini passano in legno, 6 mesi la base, 18 il superiore e 24 la riserva. Cambiano anche i legni.
Abbiamo sperimentato anche le anfore. Mi piace l’affinamento che le anfore regalano al vino, quella morbidezza particolare. Sono anfore di terracotta grezze, non vetrificate e rimangono porose. Vengono fatte a mano da un artigiano di Impruneta.
Dalle anfore nasce un cortese, compriamo le uve e le sottoponiamo a macerazione carbonica in anfora. Grappoli interi. A fermentazione ultimata le uve restano per 6-9 mesi.
Utilizziamo al momento lieviti selezionati ma stiamo lavorando per le fermentazioni spontanee.” Roberto Riboli
“Questa vigna sembra un fazzoletto di terra in mezzo al nulla, ma la posizione gioca a favore dell’uva e del suo profilo organolettico. Siamo biologici, non certificati.
Il viticcio è il simbolo della nostra azienda. Per i nomi dei vini abbiamo scelto di dedicare un vino ai 9 filari da cui tutto è partito. Abbiamo trovato i documenti con i mappali e così abbiamo pensato di dedicare i nomi dei vini alle nostre terre” Riccardo Riboli.
Ci spostiamo in cantina per la degustazione. Una sala molto accogliente. Quattro gli assaggi, che offrono una panoramica sullo stile produttivo.
Metodo Classico Riboli – Blanc de Blancs. 100% Chardonnay. 24 mesi di affinamento sui lieviti. Bolla fine, fresco, delicato, molto varietale, note di frutta a polpa gialla, buona acidità.
Almeno 20 mesi di affinamento sui lieviti.
Barbera d’Asti DOCG – Mappale 61. 2015 Freschezza, come ci si aspetta dalla Barbera. Rosso rubino intenso, spiccata acidità. Sentori di piccoli frutti rossi. Lampone e mirtillo. Passaggio in tonneaux esausti, più di 5 passaggi. Molto giovane all’assaggio, ha un grande potenziale.
Orange 2021, Cortese, senza etichetta, in anteprima assoluta. Prodotte 430 bottiglie e 20 magnum. Spiccata nota vegetale, poi mela cotogna, albicocca essiccata. Buona acidità, pulisce la bocca, ottimo l’abbinamento con i formaggi.
Moscato d’Asti DOCG – Fantasia 2021. Viene mantenuto un anno in bottiglia prima della messa in commercio. Perde così la sua grande dolcezza. Note di fico anche in confettura. All’assaggio interessante. Si presta come aperitivo, ottimo sul pesce affumicato. Da provare il cocktail con Gin e salvia.
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