Collemara è il nome di una cantina produttrice di vini marchigiani.

Il nome celebra Mara Santori, fondatrice della cantina produttrice di vini marchigiani ed un piccolo colle di 50 ettari su cui crescono i 12 ettari di vigneto aziendale.

Aderente al FIVI, l’azienda agricola Collemara di Daniele Santori, a conduzione famigliare, ha come obiettivo quello di lavorare solo ed esclusivamente le proprie uve: produrre poco vino ma di qualità.

Ho conosciuto quest’azienda studiando un vitigno sorprendente: la Ribona. Un vitigno per lungo tempo lasciato da parte in favore di altri più redditizi. Nonostante i numeri ci sono state però cantine che in questo vitigno hanno creduto. Collemara è una di queste.

Diffuso nella sola provincia di Macerata, questo vitigno viene spesso definito come la figlia del più famoso Verdicchio, o come la madre, o … come preferisce Daniele Sartori di Collemara, come la sorella gentile. Definizione più intrigante ed attinente rispetto anche al più diffuso termine “Verdicchio Marino“.

Il tuo primo incontro con il vino

Da buon italiano il vino sulla mia tavola non è mai mancato e i ricordi delle prime cene durante le feste con la famiglia al gran completo fra zii, cugini e nonni, comprendevano sempre quel fatidico “strappo alla regola” in cui mi era concesso assaggiare il vino. 

La sensazione anche non sensoriale del primo assaggio

A 5-6 non ero ancora in grado di una descrizione sensoriale adeguata e molto probabilmente quello che mi era concesso di bere era mezzo bicchiere d’acqua con poche gocce del nettare di Bacco… Ma quell’associazione atavica “bere vino-momento di festa” ha sicuramente contribuito a farmi scegliere la strada intrapresa oggi. 

Il ricordo più emozionante legato al vino

La prima volta che ho letto il nome di un mio prodotto sulla carta dei vini di uno dei ristoranti preferiti della mia città. Leggere il nome della mia famiglia (All’epoca usavamo il nome “Cantina Santori” e non l’attuale “Collemara”) fra tutte le altre etichette mi ha riempito di orgoglio.

Un aneddoto legato al vino che ti sta a cuore

Di sicuro le vendemmie nelle annate più difficili sono quelle che, se le cose vanno bene, ti riempono il cuore. Una settimana di piogge prima della raccolta può compromettere il lavoro di un anno. Le notti insonni, l’ossessivo controllo del cielo e del meteo, la paura della mancata maturazione da una parte e del crollo dell’acidità dall’altra. Poi arriva il bel tempo, l’uva è asciutta, fai le analisi ai grappoli e ti ritrovi 19 gradi babo e una acidità quasi da base spumante… e la vendemmia è una festa.

Raccontami la tua storia 

Nato ad Ancona quasi 40 anni fa. Un ragazzo come tanti ma con la grande fortuna di avere due genitori fantastici e che mi hanno sempre incoraggiato in qualsiasi scelta della mia vita. Fra tutte quella di diventare vignaiolo e riprendere in mano la tradizione vitivinicola degli avi messa per qualche decennio in stand by.

Ora raccontami la tua storia senza vino

La mia vita senza vino? Non saprei proprio cosa rispondere. Di sicuro avrei molto più tempo da dedicare all’altra mia grande passione ovvero la musica ma non me la sentirei mai di rinunciare a tutte le emozioni che trovo nel calice.

Qual è il tuo vitigno preferito e perché 

Montepulciano per i Rossi e Ribona per i bianchi. Un caro cliente della nostra cantina, sfortunatamente non più fra noi, diceva sempre “Il Montepulciano è la madre e il padre di tutti i vini”. Non è un caso che il Montepulciano sia sempre presente nei miei blend preferiti. La Ribona invece semplicemente perchè è un vitigno unico. Elegante ma “pieno”, Grande mineralità ma non eccessivamente sapido.

Cos’è il vino per te?

È la “sacra alleanza” fra Uomo e Natura. È la natura che ci dona l’uva ma è l’uomo che in cantina deve gestire la fermentazione e l’affinamento nel miglior modo possibile.

Il territorio dei tuoi vini, me lo descrivi?

I dolci colli Maceratesi. Terre ospitali ma custodite gelosamente dai marchigiani. Siamo molto gelosi del nostro territorio, a volte un pò troppo. Non amiamo esporci più di tanto, forse in questo dovremmo imparare dai nostri vicini romagnoli o toscani.

Descrivimi i tuoi vini marchigiani

Il nostro Pecorino in purezza. Non possiamo scrivere il nome del vitigno in etichetta, dato che è un IGT, per questo lo chiamiamo semplicemente “MARCHE”

Per quanto riguarda i rossi : 

MERLOT: vinificato in purezza e affinato sono in acciaio. Tutto fiori e frutti a bacca rossa intenso e coinvolgente

COLLI MACERATESI ROSSO: Cabernet e Sangiovese in acciaio. Complesso e giustamente tannico 

ERIS: Montepulciano Cabernet e Merlot. Grande struttura e persistenza

EREBO: la quintessenza dei rossi Collemara. 4 vitigni, Montepulciano, Sangiovese, Merlot e Cabernet e 2 tipi di legno, grande botte e barrique. Da provare e basta!

E naturalmente LA RIBONA: il nostro bianco più rappresentativo! 

Una parola del mondo del vino che ti piace

Terroir.

Una parola del mondo del vino che ti rappresenta

Convivialità.

Tu arrivi da una famiglia di produttori, come nasce Collemara?

La famiglia Santori già negli anni ’60 produceva vini nella sua tenuta in Umbria. Dopo diversi anni di viticoltura la famiglia si è dedicata ad altro e solo nel 2005, sotto la spinta mia e di mio cugino Alberto, abbiamo cominciato a parlare della “rinascita” della Cantina Santori. Il nome Collemara nasce da una nostra idea di un paio d’anni fa e da pochissimo abbiamo deciso di raccogliere sotto questo nuovo brand tutti i vini marchigiani della Cantina Santori. Lo scopo è di portare avanti la tradizione vitivinicola della famiglia e allo stesso tempo dar vita a vini al passo coi tempi rotondi ma anche vivaci.  

Con quale produttore di vino usciresti a cena? Perché?

Farei una bella cena di gruppo con tutti i produttori amici della FIVI! Ogni anno il Mercato dei vini di Piacenza a fine novembre è un’ottima occasione per far festa assieme. Quest’anno, per ovvi motivi tutto questo non c’è stato. L’anno prossimo però ci rifaremo.

Se i tuoi vini fossero delle canzoni?

A questa domanda non posso non scoprire le carte e non rivelare il grandissimo amore per il rock duro (e anche quello ancora più duro). La vita in vigna è “croce e delizia” allora direi “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin e “Highway to Hell” degli Ac/Dc.

Se fossero scene di un film?

Mi viene in mente la determinazione del protagonista ne “L’uomo dei sogni” con Kevin Costner. Un grandissimo film che consiglio a tutti.

Se fossero opere d’arte?

Qualcosa di Dalì. Surreali, astratte e affascinanti. E ogni volta scopri significati e sfaccettature nuove.