L’enoturismo esige serietà. Decidere di fare enoturismo equivale a tutti gli effetti ad avviare una attività economica ex novo. 

Con tutte le sue regole. E normative. 

Risorsa importantissima per le cantine moderne, l’accoglienza in azienda è uno strumento innovativo e ed estremamente efficace di marketing (sia di marketing del vino che di marketing territoriale); direi quasi imprescindibile per quanti vogliano non solo implementare le vendite, ma anche fidelizzare la propria clientela. 

L’enoturismo, si sa, è, almeno per me, il mestiere più bello del mondo; un lavoro mai noioso, dinamico, stimolante, brioso. 

Fare accoglienza è un’arte, quella di sapersi donare a chi è venuto a farci visita. 

Accogliere vuol dire in-cludere, acconsentire a che, un individuo altro da noi, faccia ingresso in uno spazio che si considera di esclusiva, intima, proprietà. Condividendolo con lui. Mettendolo a sua disposizione.

È un atto d’amore. È donare un pezzettino di noi: tradizioni, usi e costumi, esperienze, scampoli di vita; un pezzettino della nostra storia.

L’enoturista che viene a trovarci ci sta già facendo un atto di favore: ha scelto noi, proprio noi, tra infinite altre alternative…ha studiato itinerari, pianificato percorsi, fatto ricerche nel web e chiesto magari informazioni ad amici, speso del tempo, viaggiato ed è arrivato fino in cantina per incontrarci. Qualcosa in cambio se la merita… no? 

Mestiere invidiabile, il fare accoglienza, lo ammetto: divertentissimo e ricco di gratificazioni. Ma, per carità, non si dimentichi mai che di un lavoro si tratta. 

Da svolgere, però, sempre con massima professionalità. E rigore. 

Attivare la ricettività enoturistica in azienda vuol dire sostanzialmente iniziare un business nuovo. 

È una opportunità da sfruttare per una impresa viti vinicola moderna, che, abbia voglia di crescere e mettersi in gioco, sperimentando qualcosa di nuovo. 

Sara Passeri wine hospitalityMa in quanto attività economica, affinché ingeneri profitto, deve essere preparata. Con approccio sistematico e progettualità. Un pò come quando si decide l’impianto di un nuovo vigneto e la produzione di un nuovo vino. Il primo concetto sul quale ci si concentra è quello di definire come dovrà essere il vino che si andrà ad otterrete.

E, in quanto attività economica è ovviamente anche normata. È del 2019 il Decreto Ministeriale che indica come enoturistiche tutte le attività formative ed informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio e alla conoscenza del vino, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche ( DOP, IGP ) nel cui areale  si svolge  l’attività, 

Quindi, in primis, si deve fare riferimento alla legislazione nazionale ed al recepimento della stessa da parte di ogni singola regione. 

Nulla deve essere lasciato al caso. Ho raccontato la mia esperienza personale in un libro. 

Winery Hospitality, l’arte dell’accoglienza. Come fare enoturismo e vendere più vino in cantina