Le etichette del vino hanno una storia molto lunga.
Sono stati infatti gli antichi Egizi a ideare la prima forma di etichetta, nonostante non ci fossero vigneti in Egitto.
Ma come è possibile?
Gli egizi primeggiavano nel commercio del vino. Non lo producevano. Il vino arrivava a loro tramite commercianti esteri. Ma ben presto, l’Egitto, divenne il centro del mondo del vino.
I primi sigilli premuti sui grandi tappi di argilla riportano i logogrammi. Tra il 3100 e il 2700 a.c. i sigilli rimandavano ad un faraone. Il vino era quindi legato a una figura particolare e non a un luogo. Le menzioni territoriali entrano in etichetta qualche secolo dopo.
Anno di produzione, provenienza, nome del produttore erano i dati riportati. Ma queste antiche etichette fornivano molte altre informazioni. Lo scopo dell’anfora, ad esempio, con la dicitura vino per tasse o vino per offerta. La dicitura vino per un lieto ritorno lascia pensare invece al culto dell’aldilà.
Delle 36 anfore di vino ritrovate nella tomba di Tutankhamon, morto nel 1324 a.C., sette riportano il sigillo delle tenute del re e sedici il nome della residenza reale di Aten. Sulle anfore più recenti viene riportato il nome del capo cantiniere e su alcune sono riportate le annate di produzione.
Nella tomba di Tutankhamon le anfore ritrovate non erano disposte a caso. Tre anfore di vino erano state collocate rispettivamente a est, a ovest e a sud rispetto al sarcofago. La prima, posta a est, contenente vino bianco di bassa gradazione alcolica, indicava il sorgere del sole. La seconda posta a ovest, conteneva vino rosso, più caldo come il sole prima di affrontare il tramonto. La terza, posta a sud, conteneva un vino decisamente più alcolico, shedeh, utile al defunto per ritrovare l’energia necessaria alla rinascita. Si trattava di un vino prodotto da un blend di vitigni ed ottenuto da mosto cotto.
Dal tempio mortuario di Ramses II, tre secoli più tardi, derivano invece le indicazioni delle località geografiche. Lo scriba addetto al dipartimento del vino della Residenza reale si occupava anche di differenziare i vini ponendo in etichetta la dicitura buono e ottimo.