Una pianta complessa, che da origine al vino
La vite appartiene alla famiglia delle ampelidacee o vitacee che a sua volta appartiene all’ordine dei rhamnales. È una pianta rampicante.
La legge impone che sia la Vitis Vinifera ad essere impiegata nella viticoltura. Ne esistono due sottospecie:
- Vitis Sativa, pianta coltivata e utilizzata per vinificare
- Vitis Silvestris, pianta selvatica
La vite si compone di diversi apparati.
La pianta della vite, si compone di due parti: l’apparato ipogeo e l’apparato epigeo.
L’apparato ipogeo è la parte nel terreno, l‘apparato radicale che ancora la pianta al terreno ed assorbe acqua e sali minerali. Le radici possono derivare sia da semi sia da tralci. Il sistema più impiegato nell’impianto delle nuove viti è il secondo. La propagazione avviene per talea.
La vite e i suoi apparati
L’apparato epigeo è la vegetazione visibile al di sopra del terreno e si compone di:
- Frutto o infruttescenza o grappolo;
- Foglie: importanti per la funzione di fotosintesi clorofilliana, processo di conversione dell’energia solare in energia chimica, con trasformazione di acqua e CO2 in ossigeno e carboidrati e per l’assorbimento di acqua e sali minerali. Una curiosità: i vini concentrano in se stessi tutte le caratteristiche di un luogo. Per esempio, un vino che proviene da un vigneto prossimo al mare, rilascia, una volta nel bicchiere, una spiccata sapidità;
- Tralci, che sostengono i capi a frutto;
- Fusto o ceppo, vale a dire il tronco della vite con funzioni di sostegno. Le diramazioni del ceppo si chiamano branche.
Fanno parte dell’apparato epigeo anche il grappolo con tutte le sue parti:
- Raspo o rachide o graspo, ramificazione centrale attraverso la quale il grappolo è appeso al ramo
- Pampini che uniscono la foglia al raspo
- Grappolo, infruttescenza a sua volta costituito da acini
Il vitigno è una tipologia di vite, a bacca bianca o rossa. Per la produzione del vino il vitigno deve essere autorizzato. In Italia gli enti competenti a legiferare in materia sono le regioni.