Fino alla fine del 1800, l’agricoltura era solo una perfetta interazione tra natura e uomo. Semplice.
I progressi della scienza e della tecnica, cambiano radicalmente l’agricoltura, in particolare la scoperta dei fertilizzanti chimici. In seguito alla loro introduzione si inizia a parlare di agricoltura moderna.
Sono gli anni tra il 1894 e il 1911 quelli in cui Fritz Haber e Carl Bosch, chimici tedeschi, partendo da idrogeno ed ossigeno ed utilizzando il ferro come catalizzatore, sviluppano il processo di sintesi dell’ammoniaca ad alta temperatura e pressione.
Ottengono, dall’ammoniaca, il nitrato d’ammonio (sale di ammoniaca + acido nitrico), base di miscele esplosive impiegate durante la prima guerra mondiale.
I fertilizzanti: alcuni problemi e come risolverli
A guerra finita, tutto questo nitrato d’ammonio non più utilizzabile per scopi bellici, viene convertito in concime minerale. Il suo ingresso nell’agricoltura viene accolto, inizialmente, con grande euforia, ma l’entusiasmo iniziale scema davanti alla tangibilità di effetti secondari rilevanti:
- I terreni si presentano meno fertili;
- Le colture hanno meno durata;
- Le piante sono più deboli;
- La consistenza di frutti e verdure è minore;
- La durata vegetativa diminuisce.
Nel 1924, Rudolf Steiner (1851-1925) si impegnò in prima persona per poter risolvere queste difficoltà.
Scienziato, fondatore dell’antroposofia, cioè della strada per la conoscenza, artista, poeta, letterato, filosofo e teologo pedagogista, all’età di 63 anni tiene, vicino a Bratislava, nella tenuta di Koberwitz, 8 conferenze intitolate “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”.
Gli argomenti riguardano la salute della terra, generatrice di alimenti che nutrono l’uomo. Steiner cerca di risolvere la problematica dei cibi che non favoriscono lo spirito critico.
L’eredità di Steiner: l’Associazione Demeter e la Biodinamica
Dopo la sua morte nacque l’associazione Demeter.
Ancora oggi questa associazione tutela le produzioni secondo il principio di Steiner: vivere in simbiosi con ciò che ci circonda.
Terra, luce, acqua ed aria sono le quattro forze Vitali che permettono lo sviluppo della pianta.
Secondo Steiner però, ogni pianta necessita di forze esterne planetarie, lunari e astrali, quindi di una dimensione fisica ed eterica.
La Biodinamica mette al centro le lavorazioni del terreno e delle piante secondo un calendario astronomico appositamente realizzato. I semi interagiscono con l’universo con un ritmo di contrazione ed espansione ciclico, continuo.
La Biodinamica riconosce l’interazione tra la vegetazione e l’universo. Nella Biodinamica le forze terrene si ricongiungono a quelle astrali.
I prodotti biodinamici hanno più forze vitali, pertanto si mantengono più a lungo.
“Esiste un tempo per piantare ed uno per raccogliere,
esiste un tempo per seminare ed uno per innestare,
uno per potare ed uno per trapiantare.
Ma non esiste un giorno uguale ad un altro.”
I preparati necessari, somministrati in dosi omeopatiche, hanno l’intento di rendere più sani terreno e piante, grazie alla stimolazione della formazione dell’humus.
I preparati e la Biodinamica: come rafforzare il terreno
Sono previsti otto preparati, due da spruzzare sul campo, Cornoletame e Cornosilice e sei, Achillea, Camomilla, Ortica, Quercia, Tarassaco e Valeriana, da immettere nel letame misto a paglia, per donare equilibrio e favorire lo sviluppo dell’humus.
Il Cornoletame si prepara ponendo all’interno di un corno di vacca, letame di mucca. Una volta riempito viene seppellito durante l’inverno, sotto terra fermenta assorbendo l’energia astrale.
A Pasqua, una volta disseppellito, viene sparso sulla terra per dare forza e vigore.
Il Cornosilice nasce ponendo all’interno di un corno di vacca del quarzo tritato mescolato ad acqua piovana. Il preparato viene seppellito in primavera e disseppellito in autunno. Il cornosilice concentra le forze del sole. Viene spruzzato sulle piante a inizio ciclo vegetativo e conferisce luce e calore per la loro crescita.
Insetti e api in Biodinamica sono importanti per il mantenimento dell’equilibrio ecologico. Sono ammesse per necessità dosi minime di rame, zolfo e argilla. Impiegato anche il latte crudo, molto ricco di batteri, antagonisti di batteri e funghi all’origine di oidio e peronospora.
Il terreno viene mantenuto aerobico, a tal fine viene impiegato più il cavallo che i mezzi meccanici, per un minor impatto sul terreno, che lascia maggior ossigeno e più possibilità di proliferazione ai microrganismi.
Al centro dell’agricoltura biodinamica c’è sempre la pianta, che, grazie ad un terreno rigenerato e fertile si innalza come continuazione del terreno verso l’alto.
Una vigna sana porta meno lavoro in cantina, le fermentazioni si innescano prima e sono necessari meno travasi.