Con il termine Moscato si identifica un gruppo di vitigni a bacca bianca o rossa, diversi tra loro accomunati dal sapore e dal profumo caratteristici.
Il nome Moscato risale al tardo Medioevo e deriva da muscum (muschio), per via dell’intenso profumo di muschio dell’uva e del vino.
Fa parte della famiglia dei vitigni aromatici che hanno nella buccia concentrazioni elevate di terpeni liberi. Fanno parte della famiglia dei vitigni aromatici anche le malvasie, il brachetto ed il gewurztraminer.
Il gruppo dei Moscati, è molto diffuso in Italia, dal nord al sud ed è estremamente complesso.
Gli ampelografi hanno rilevato un grande numero di varietà, classificate in vari gruppi. Una classificazione più recente contempla 5 gruppi:
- M. bianco e simili (26 biotipi complessivi); la varietà più diffusa in Italia, molto impiegato per la produzione del Moscato d’Asti e di Canelli (Asti DOCG), per il Moscadello di Montalcino, il Moscato di Noto, di Siracusa e il Moscato di Trani. Presenta un grappolo non molto grande, spesso alato, con acini piccoli. I vitigni moscati di tipi bianco devono la loro diffusione ai romani che li portarono in Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Nel periodo del Medioevo, i moscati ed i moscatelli erano considerati dei vini molto pregiati. Dallo studio del DNA si può stabilire che il Moscato Bianco sia il vero capostipite dell’intera famiglia dei Moscati, non solo, anche di alcune Malvasie (Attilio Scienza)
- M. giallo, comprende 6 tipi tra cui il Moscato giallo di Padova impropriamente denominato Fior d’arancio; il Moscato Giallo è diffuso soprattutto in Trentino Alto Adige e Veneto. Ha un grappolo spargolo e grande con un acino grande. La diffusione del Moscato giallo avvenne in epoche più recenti, probabilmente nel Medioevo, grazie ai veneziani che lo importarono. La sua diffusione ricalca infatti i confini della Serenissima.
- M. di Alessandria, che comprende lo Zibibbo siciliano è la terza tipologia più diffusa nel Mediterraneo.
- M. di Amburgo e simili;
- M. Jesus e varietà simili.