Il Prosecco è un vino bianco. La sua origine risale a Prosecco, nella provincia di Trieste ben prima dell’Impero Romano.
La sua diffusione ed il successo del prosecco partono però intorno alla seconda metà dell’800. Nel 1876, viene fondata la Prima Scuola Enologica Italiana a Conegliano affiancata più tardi, nel 1923 dall’Istituto Sperimentale per la Viticoltura.
Una svolta importante per i viticoltori che grazie a questi centri di studio iniziano ad impiantare i vigneti in alta collina, soprattutto in prossimità del Comune di Valdobbiadene.
La produzione del Prosecco è regolata dai Disciplinari DOC e DOCG, nei quali vengono stabilite le uve, le rese, la fermentazione, la presa di spuma ed i territori di produzione. Nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. La provincia di Treviso è quella con maggiore vocazione produttiva. Le sue colline, Asolo e Conegliano Valdobbiadene possono fregiarsi dell’aggettivo Prosecco Superiore. Colline con particolari pendenze, fino al 70%, che richiedono la lavorazione a mano. Un numero di ore pari ad 800 rispetto alle 150 della pianura. In questo territorio si inserisce il famoso cru Cartizze, con un disciplinare più stringente, 108 ettari suddivisi tra oltre un centinaio di produttori.
Il vino si compone di minimo 85% di uve del vitigno Glera, per un massimo del 15% di Verdiso, Bianchetta, Perera. Per gli spumanti anche Chardonnay e Pinot oltre che l’introduzione della definizione “Le Rive”, nome della frazione o del comune di provenienza delle uve. Nel dialetto locale Rive indica la pendenza dei territori scoscesi su cui crescono le viti.
Risulta essere un sinonimo di grande qualità con le sue 43 sottozone, 43 terroirs diversi, appezzamenti con caratteristiche simili sulle quale si ottiene la migliore espressione del Glera, la migliore rappresentazione del territorio. Rive valorizza la vocazione di ogni singola area ed esprime la peculiarità del suolo, dell’esposizione e del microclima. Il fiore all’occhiello del Conegliano Valdobbiadene.
I comuni delle Rive sono: Cison di Valmarino, Colle Umberto, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Vidor. Le Frazioni per il Rive Arfanta, Bagnolo, Barbino, Bigolino, Campea, Carpesica, Col San Martino, Colbertaldo, Colfosco, Collalto, Combai, Corbanese, Cozzuolo, Farrò, Formeniga, Guia, Manzana, Ogliano, Premaor, Resera, Rolle, Rua, San Giovanni, San Michele, San Pietro di Barbozza, San Vito, Santa Maria, Santo Stefano, Scomigo, Solighetto, Soligo.
La zona di Conegliano Valdobbiadene è una zona virtuosa di produttori che collaborando tra di loro hanno portato la regione allo splendore che merita.
Il clima è semicontinentale con influenze calde. Protetto dalle correnti fredde, temperato con una media annua di 12,3° C. e costantemente ventilato. Fattore che permette alle uve di asciugarsi in breve tempo dopo le piogge. La vicinanza al mare mitiga il clima. Ottima luce ed escursione termica, favorisce lo sviluppo degli aromi. Talvolta sopraggiunge la Bora, più frequentemente lo scirocco. Il livello di umidità è molto basso.
Le colline si estendono da est a ovest, con il versante esposto a sud, posizione ideale per i vigneti. Importante la presenza dei boschi. Il paesaggio infatti presenta appezzamenti vitati intervallati da boschi. Un paesaggio a mosaico.
L’altitudine varia da 100 a 500 m
I suoli di Conegliano Valdobbiadene hanno un’origine antica e risalgono al sollevamento dei fondali lacustri e marini con composti di marne e arenarie molto filtranti.
Qui in questa area particolare si inserisce la conformazione geologia detta hogback, rilievi scoscesi intervallati da piccole valli parallele. Parte delle colline ha subito il rimodellamento dai ghiacciai delle Dolomiti che hanno portato a valle parecchi sedimenti. I suoli sono profondi con tessitura morenica. Grande presenza di tessuto roccioso, dolomie, sabbia con argilla ed in alcuni punti anche il ferro. Il calcare aiuta il drenaggio delle acque.
Conformazione a terrazzamento ripido, pendenze con lavorazioni enoiche, ne sono un esempio il cosiddetto ciglione, terrazzamento che utilizza al posto della pietra, la terra inerbita, che permette maggiore stabilità. Produzione non di massa ma di livello più elevato.
In questa zona tutti tendono al biologico e si assiste al fenomeno dell’agroforestazione.
Le pecore gestiscono le erbe e favoriscono la biodiversità.
Il Glera, vitigno vigoroso, ha trovato in questi spazi il luogo ideale. Vitigno che va governato a volte drasticamente, viene gestito a bassa densità. Ha un grappolo grande e spargolo, caratteristica che lo rende adatto ad essere coltivato in collina senza uso di prodotti estranei all’uva.
Nello spumante le due fermentazioni arricchiscono il vino di diversi elementi. Si cerca di avere un vino base con i precursori adatti che sboccino in seconda fermentazione.