Vitigno Ribona delle Marche: conoscete la mia passione per le storie che si celano dietro le etichette dei vini e che adoro raccontare attraverso gli incontri e le interviste ai produttori.

Ho conosciuto, non molto tempo fa, una famiglia straordinaria: Podere Sabbioni. Massimo con la moglie Maria Grazia e la figlia Laura, producono vino, grazie ai vigneti posti all’interno della riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra. Di questo territorio si definiscono “custodi”.

Durante i nostri incontri telefonici mi hanno raccontato della loro adesione, senza particolare fatica, al progetto V.I.V.A., programma del Ministero dell’ambiente volto a migliorare le prestazioni di sostenibilità dell’intera filiera vitivinicola.

 

Quattro indicatori scientificamente riconosciuti e sviluppati sulla base di standard e normative internazionali:

  • aria, impronta climatica
  • acqua, impronta idrica
  • vigneto, impatto delle pratiche di gestione agronomica
  • territorio impatto socio-economico-culturale

permettono di misurare l’impatto ambientale del loro lavoro.

Le conversazioni si sono spostate spesso dal tecnico al personale e, nell’arco del tempo, ci siamo sentiti anche solo per un semplice saluto. L’altra sera, mentre rientravo a casa dal lavoro, Maria Grazia mi ha fatto compagnia. Ci siamo raccontate, aprendo i cassetti e rispolverando sogni, avvolte dalle sfumature degli stati d’animo di questo particolare periodo.

La bottiglia Colli Maceratesi Ribona DOC 2019 era in cantina da un po’.

Attendevo un momento adatto per aprirla e quest’ultima telefonata, così personale ed intima, me l’ha fornito.

Limpido, giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso, da Sommelier, dovrei definirlo intenso e complesso. Lo è ma vi porto meglio nel bicchiere se vi dico che è molto interessante la sequenza dei profumi.

Si percepiscono note fresche di agrumi; cedro e pompelmo. La curiosità aumenta, emerge una nota minerale. Spero di ritrovarla in bocca. Il naso percepisce via via note più dolci, frutti più maturi e sul finale quasi una nota di miele.

Bello il sorso, coerente, che non tradisce le mie aspettative…Freschezza e grande, grande sapidità. Sorso intenso e complesso.

Una nota a parte merita il corpo di questo vino. Il vitigno Ribona delle Marche ha già una struttura considerevole. In questo vino gioca però un ruolo importante anche la feccia fine.

Il vitigno Ribona merita, a mio avviso, maggior interesse.

Per il suo dna, viene accostato generalmente al Verdicchio e, forse, per questo, considerato inferiore. In realtà non ha nulla da invidiargli.

Esigente nella scelta dei suoli e del clima che predilige ventilato e non troppo caldo, è un vitigno in grado di sorprendere per la sua capacità di evoluzione nel corso del tempo.

Quando ho chiesto a Massimo di abbinarmi i suoi vini ad una musica, lui mi ha nominato Michel Petrucciani ed ora ho capito perché!