Conosco il dott. Ruggiero Tupputi al FIVI. Resto incuriosita dal suo racconto: medico radiologo, decide di seguire la sua passione per il vino e di ripercorrere la storia della sua famiglia.
Nel 2012 crea l’azienda agricola Barletta producendo vino dalle vigne del nonno piantate più di 60 anni prima. Ogni anno la produzione si aggira intorno alle 8000 bottiglie.
Sono due gli ettari vitati a 4 km dalla costa, appena sopra il livello del mare, in un territorio compreso tra i fiumi Ofanto e Aveldium, tra le città di Barletta e Andria, proprio dove Diomede, una volta terminata la guerra di Troia, ha scelto di piantare viti nei suoi campi delimitati da pietre. Siamo nel cuore della Puglia su terreni argilloso-calcarei.
La degustazione: Aveldium 2018
Moscato Canelli che in questa zona ha trovato un territorio fertile ed un clima ideale. Fermentazione ed affinamento in acciaio per 5/6 mesi. Non filtrato.
Il colore del vino è giallo paglierino intenso, e sorprendentemente consistente, parlando con il produttore abbiamo utilizzato il termine non tecnico “grasso”.
Al naso intenso, complesso e fine. Un ventaglio di profumi che spaziano dalla camomilla, alla pesca gialla, fino alla papaja, una nota speziata di paprika dolce e una pungenza iodata.
All’assaggio intenso, caldo, morbido, buona acidità ed una spiccata sapidità. Interessante il contrasto tra il naso dolce ed il gusto invece salmastro.
13 Lame 2013: un vino ispirato alla storia
13 lame prende il nome dall’episodio storico del 13 febbraio 1503, in cui 13 cavalieri italiani vinsero contro 13 cavalieri francesi.
Nero di troia in purezza, un anno in acciaio e affinamento in tonneaux di rovere di Slavonia per 8 mesi, ed infine un affinamento in bottiglia per minimo 6 mesi. Il 13 lame viene prodotto solo ed esclusivamente in annate particolari. Al Momento la prima annata messa in bottiglia è il 2013. Presto il 2016.
Rosso rubino intenso, con sfumature violacee, consistente.
Al naso floreale e fruttato, peonia, rosa, ciliegia e prugna. Interessante la nota di tabacco.
All’assaggio il vino è caldo e morbido, tannico. Bellissima la sapidità.
Un vino come lo definisce il dottore elegante ed austero, che suggerisce un’idea di coraggio e di riscatto.
L’azienda agricola Barletta e il suo Capoccio 2014
Si ispira al cavaliere Giovanni Capoccio, protagonista con altri 12 italiani della disfida di Barletta. Abile con la spada e coraggioso.
Nero di Troia in purezza, da vigne di 60 anni. L’uva viene raccolta manualmente nella seconda metà di ottobre. Vinificazione in acciaio, affinamento in acciaio per 12 mesi e per 3 mesi in botti piccole di rovere francese. Seguono almeno 6 mesi in bottiglia.
Colore carico, rosso rubino con riflessi violacei.
Al naso intenso, abbastanza complesso e fine. Piccoli frutti rossi, mora, prugna e poi vaniglia.
Al sorso caldo, tannico, sapido. Finale lungo.
Grajan 2018: degustiamolo
È un vino particolare questo Grajan, dedicato all’unico soldato italiano che, nella disfida di Barletta, decise di schierarsi dalla parte dei francesi. Definito, dai soldati italiani, traditore.
E traditore è anche questo vino dall’aspetto ingannevole. Bianco da uve nere.
Nero di troia, affina in acciaio per 12 mesi, poi sei mesi in tonneaux di rovere di Slavonia e 6 mesi in bottiglia.
Il colore è un rosa davvero molto tenue attraversato da una bellissima luce. Consistente.
Al naso intenso, abbastanza complesso e fine. Note floreali e fruttate: peonia, rosa, piccoli frutti rossi, ribes, mirtillo e poi mora e prugna.
Quello che sembra essere un vino semplice, rivela solo in bocca la sua identità.
Intenso e complesso, fresco, morbido, sapido. Interessante persistenza.
“Un gioco di ambiguità fra ciò che è e ciò che appare”.
Ultima sorpresa, la temperatura di servizio: 18°
Sine Verba 2018 dell’azienda agricola Barletta
Questo rosato si ottiene da salasso di Nero di Troia. Le viti hanno circa 30 anni e la vendemmia avviene nella prima decade di ottobre.
Rosa chiaretto davvero intenso e molto lucente, consistente.
Al naso intenso abbastanza complesso e fine. Nota fruttata di frutti di bosco, fragolina, ribes e ciliegia.
Acidità interessante, corpo e buona persistenza.
Un assaggio che lascia “sine verba”.