Matteo Bellotto, amante dei vini del Friuli, studia Filosofia, e lavora per un pò di tempo in bar e osterie in Italia e all’estero.
È in questi posti che matura l’idea di raccogliere le storie dei contadini e dei produttori di vino sottraendole all’oblio, con il suo libro”Storie di vino e di Friuli Venezia Giulia”. Un libro sui vini del Friuli ma anche su chi li produce con amore.
Storie di persone, di terre, di legami, di abitudini e di uve. Racconti che durano “il tempo di un bicchiere”, finestre aperte su una regione per lungo tempo dimenticata. Il Friuli Venezia Giulia descritto come “mosaico” di identità e di luoghi.
Le pagine sono un invito a guardarsi dentro, ad accettarsi e ad accettare gli altri, ad accogliere e a stupirsi come in una degustazione alla cieca.
Il libro di Matteo Bellotto, in cantina da Cristian Specogna, ha attirato la mia curiosità. Ho così cercato Matteo…
Il tuo primo ricordo legato al vino
Il mio primo ricordo legato ai vini del Friuli risale a quando ero bambino. Aiutavo mio nonno d’estate a raccogliere il fieno e nei pomeriggi assolati io mi portavo un pò d’acqua da bere mentre lui si portava un bottiglione di vino che faceva. Un giorno mi dimenticai l’acqua. Mi fece bere il vino per dissetarmi. Ricordo una sensazione molto sgradevole ma il ricordo, ora che il tempo è passato, mi riempie di malinconia e tenerezza.
La sensazione anche non sensoriale del primo assaggio
Come dicevo sopra la sensazione fu sgradevole, di amarezza e solitudine, come se avessi scoperto improvvisamente della non esistenza di Babbo Natale.
Cos’è il vino per te?
Per me il vino è il vero narratore della terra, colui che ne conosce le profondità. Siamo più figli della terra che dei nostri genitori, ed il vino è quella sostanza che ci contiene, con gentilezza e ci consente di essere minuscoli e fragili davanti al grande mondo della vigna e della natura. Per capire il vino dovremmo stare zitti per un anno intero, senza proferire parola, e pensare per tutto l’anno ad una sola parola da dire, avere a disposizione un giorno solo per dirla, una volta, sottovoce e fare in modo che tutto il mondo la senta. Se capiamo la difficoltà che questa metafora esplicita allora ci avviciniamo a capire l’immensità e la difficoltà di fare il vino e di conseguenza di capirlo. Il vino ti ricaccia sempre indietro ogni qual volta credi di aver capito costringendoti a ripartire da capo. Questo e molto altro è per me il vino…
Il ricordo più emozionante legato al vino
Non saprei rispondere, ne ho tanti. Di sicuro l’odore del mosto in cantina a casa dei miei genitori da bambino, l’odore acre delle vinacce. Un mondo al quale mi sento profondamente legato.
Un aneddoto legato al vino che ti sta a cuore?
Un giorno, al bar un uomo davanti a me ordinò un bicchiere di vino al barista e mentre aspettava chiese ad un altro lì vicino al bancone quanto costasse un bicchiere di vino per preparare il pagamento. Lui gli rispose “non lo so, perché non ne ho mai bevuto uno solo e non ho mai ordinato solo per me”. Questo mi fece capire cos’è il Friuli.
Ed una storia legata al vino che ti sta a cuore?
In 10 anni dietro al bancone di un bar più tantissimi altri come frequentatore ne ho tantissime. Ne avrei per diversi libri…
Come è nato il tuo libro “Storie di vino e di Friuli Venezia Giulia”?
È nato da un’esigenza. La letteratura ha il compito di salvare le vite dall’oblio. Vivo in una Regione spesso dimenticata, fatta da uomini e donne che vivono vite silenziose le cui azioni vengono troppo spesso dimenticate. Volevo restituire vita a queste vite rendendole eterne così come fa la letteratura. Sentivo la necessità di recuperare la “mitologia” della terra ed il vino diventa sostanza collante dove far emergere le storie, facendolo rimanere sullo sfondo. Per raccontare il vino, non bisogna parlare DI vino ma CON il vino. Le storie che stanno attorno a lui sono tutto ciò che ci può avvicinare a lui. Queste le premesse. Poi ho aperto una pagina FB Storie di vino e di Friuli Venezia Giulia. Ho cominciato a pubblicare le storie e poi è arrivata la casa editrice (Biblioteca dell’Immagine) che mi ha proposto di pubblicarle. Da lì il libro ha cominciato il suo cammino…
Raccontami il territorio
Il Friuli è un incontro di identità che stanno unite solo se mantenute separate. Come un mosaico, i cui pezzi sono messi insieme e non incastrati perché di diversa forma e diverso materiale. La colla è il vino, narratore della terra e dei luoghi. Siamo una terra dove i luoghi sembrano toccarsi dove le montagne sono vicine al mare, dove gli accenti cambiano da comune a comune, dove le lingue si parlano e si rincorrono (friulano, italiano, sloveno e tedesco) generando altre identità. Una terra silenziosa, di nobiltà contadina, paradossa ma sempre la stessa. È un luogo che ti fa innamorare solo se si ha la pazienza di ascoltarlo bene e lui non parla. Ho un amore viscerale verso questo luogo che non si finisce mai di scoprire e non si finisce mai di imparare.
Raccontami i produttori del tuo territorio
I produttori qui sono persone capaci di infondere una passione straordinaria verso il lavoro e la terra. Sono spesso capaci di mettere alla prova la tua pazienza ma capaci di gesti straordinari di generosità capaci anche di avere un sincero rispetto per proteggere la terra. Molto spesso si sente parlare di sostenibilità ma qui io la vedo coi miei occhi e vedo quanto le generazioni di produttori siano sempre più sensibili a questo tema. Ne avrei molte di storie legate ai produttori, ma in questo caso è sempre meglio sentirle dalla loro voce.
Cos’è la passione?
La passione è ciò che ti fa mettere ordine tra le cose importanti per te. Ciò che trasforma un’emozione un sentimento. La passione è smettere di pensare solo a se stessi mettendo il proprio cuore a disposizione del mondo. La passione è l’unico obbiettivo da perseguire.
Una parola nel mondo del vino che ti piace
Rispetto
Una parola nel mondo dei vini del Friuli che ti rappresenta
Umiltà
Qual è il momento in vigna che preferisci?
La fine della vendemmia, le foglie che cambiano colore e le viti che pian piano vanno a riposo. È un momento commovente. (anche se non sono un produttore).
Con quale produttore di vino usciresti a cena e perché?
Vado molto spesso a cena con produttori ed ogni volta imparo qualcosa.
Mi abbini qualcuno dei vini del Friuli che ti piace a delle canzoni?
Friulano – Forever my friend di Ray Lamontaigne
Ribolla – Paranoid Android dei Radiohead
Malvasia – Le Rondini di Lucio Dalla
Picolit – Diamante di Zucchero
Refosco – Riders on the storm dei DOORS
Pignolo – The great gig in the sky dei Pink Floyd
O a delle scene di film?
Mi viene in mente la scena del ballo della madre di Maria Braun nel film “Il matrimonio di Maria Braun” di Fassbinder assaggiando, tra i vini del Friuli, un Pinot Bianco…
O a delle opere d’arte?
Sceglierei delle opere cubiste degli anni 50 di Picasso dove le dimensioni si confondono. La base ampelografica del Friuli Venezia Giulia rincorre più dimensioni mettendo insieme più piani e si racconta solo a chi ha la pazienza di osservare profondamente.