I vini della Lombardia coprono solo il 2% della produzione nazionale.
Il territorio è prevalentemente pianeggiante, per il 47%, in parte collinare, per il 12,4% e per il resto montuoso.
La zona montana si distingue in alpina, più alta con ghiacciai e rocce cristalline e prealpina, meno elevata, con struttura più calcarea ed ondulazioni moreniche a ridosso dei laghi. Allo sbocco delle Valli alpine si trovano laghi morenici e intermorenici che rendono la Lombardia la regione più ricca di laghi. Negli anfiteatri morenici, come in Franciacorta, i territori sono caratterizzati da grande permeabilità dei suoli, terreni sciolti con argilla, limo, sabbia e ciottoli che portano al fenomeno delle acque sorgive.
Il clima è continentale ma sensibilmente differente nelle varie zone per via di morfologia, orientamento, ampiezza delle valli, esposizione al sole, altitudine, presenza di bacini lacustri o ghiacciai. Nelle aree vicine ai laghi, l’acqua che immagazzina e cede calore rende il clima invernale mite. Le piogge sono abbondanti sulle Prealpi, moderate in pianura con inverni asciutti e temporali estivi. I venti dei laghi impediscono la formazione di muffe. La buona escursione termica favorisce il corredo aromatico.
- Pianura: vini che hanno colori e profumi, l’escursione termica da origine a vini giovani
- Colline: clima più secco, più ventilato con meno umidità, vini più di qualità
- Laghi: clima più favorevole, meno umido
- Monti: orientamento a sud-ovest, vini strutturati
La viticoltura in Lombardia è molto migliorata negli ultimi venti anni, grazie all’impegno dei viticoltori.
La strategia regionale si è basata su: aggiornamento e qualificazione della piattaforma ampelografica, selezione clonale e caratterizzazione delle produzioni.
Le zone lombarde a vocazione viticola hanno caratteri pedoclimatici molto differenti e richiedono diverse forme di allevamento. Nell’oltrepò Pavese i sistemi di allevamento più diffusi sono: Guyot e Spalliera, nel Bergamasco la Pergola Trentina, in Valtellina il Guyot mentre in Franciacorta la Spalliera.
I vini della Lombardia sono per il 70% rossi. I vitigni a bacca rossa più coltivati sono: il Nebbiolo Chiavennasca in Valtellina, Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Croatina, Groppello Gentile, Marzemino, Merlot, Pinot Nero, Rossola, Vespolina, Uva Rara.
I vitigni a bacca bianca più diffusi sono: Chardonnay, Riesling Italico, Riesling Renano, Pinot Bianco, Sauvignon, Trebbiano di Soave, Pinot Grigio, Moscato Bianco.
Le principali aree vitivinicole lombarde sono:
- Valtellina, area terrazzata più vasta d’Italia, viticoltura eroica, oasi vitivinicola molto importante disseminata di vigneti, in una vallata solcata dal fiume Adda. La vite, situata sul lato destro del fiume, orientata a sud-ovest, ha trovato posto sulle pendici scoscese della montagna, fino quasi a 1000 metri. Stretta e difficile fascia di terra è coltivata a vigneto, negli inferni, terrazze rettangolari allineate e sovrapposte a gradoni. La Valtellina è stata suddivisa in 5 zone: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno, Valgella e fanno tutte parte della Valtellina Superiore DOCG. Sopra l’Inferno c’è il Paradiso, sottozona non prevista e quindi non può figurare in etichetta. In Valtellina il vitigno principe è il Nebbiolo Chiavennasca (da Ciù venasca che significa: questo è vino!) Per fare una DOC o una DOCG il quantitativo minimo è il 90%. Il Nebbiolo è così chiamato per: acino ricoperto di pruina, coltivato ad ottobre con le nebbie e nebiol significa generoso. Grande rosso con il colore un pò scarico, in fermentazione precipitano gli antociani, strutturato, tannico, di corpo. Il Nebbiolo è esigente e cresce dove vuole, Piemonte, Valtellina e Val d’Aosta. In Valtellina si coltivano i rossi per la quantità di sassi che trattengono e restituiscono calore. Vigne a ritocchino dall’alto verso il basso. Lo Sfursat di Valtellina DOCG è ottenuto dai migliori grappoli di nebbiolo, fatti appassire su graticci in fruttai ben areati per concentrare gli zuccheri. Hanno elevato tenore alcolico e struttura. Non si possono utilizzare ventilatori e mosto concentrato.
- Valcalepio, zona argillosa calcarea di produzione di vitigni internazionali in particolare Merlot, Cabernet Sauvignon, scelti nel periodo della ripresa cisalpina e piantati quindi per i francesi. Questa zona è famosa per la produzione del Moscato di Scanzo DOCG, derivante da uve Moscato di Scanzo (rosso) al 100%. Il Moscato di Scanzo cresce su un terreno calcareo marnoso con un particolare tipo di sasso detto Sas de luna che immagazzina il calore del sole di giorno e lo restituisce di notte, vino da meditazione o da abbinare allo Strachitunt. Chiamato Moscato di Scanzo dolo nella zona di Scanzo Risciate altrimenti si chiama Moscato Passito.
- Oltrepò Pavese, zona con colline che raggiungono i 500 metri di altezza con formazioni calcaree e suoli argillosi. È caratterizzato dall’attraversamento del 45° parallelo ed ha una posizione ideale per la viticoltura. Si estende sulla riva destra del fiume Pò e produce più del 70% del vino lombardo. L’attività vinicola dell’Oltrepò Pavese è cambiata nel corso del tempo, con il passaggio dalla vendita del vino sfuso o ai commercianti ad una produzione interna grazie a cantine sociali. Si producono vini rossi con vena amabile, frizzanti o dolci da Barbera, Croatina, Uva Rara ed un qualificato Metodo Classico principalmente da Pinot Nero. Il vino simbolo è la Bonarda, composto per l’85% da Croatina. Nell’Oltrepò Pavese le DOC sono rappresentative di vitigni o città, Bonarda DOC, Casteggio DOC, Buttafuoco DOC. La DOCG dell’oltrepò Pavese è Oltrepò Pavese Metodo Classico. Interessante il Cruasé, Metodo Classico rosato.
- San Colombano al Lambro, tra il Lambro e l’Olona, su morbide appendici che si innalzano sulla pianura di circa 70 metri a soli 40 km da Milano. Chiamata anche Collina del Milanese, questa zona con un sottosuolo ricco di ferro, iodio, carbonato di calcio su terreno argilloso è adatta alla coltivazione di Croatina, Barbera, Uva Rara, Verdea, Pinot e Chardonnay.
- Garda e Colline Moreniche Mantovane, sono la più estesa zona viticola con produzione di Groppello, Sangiovese, Barbera e Marzemino.
- Franciacorta, si estende su 900 ettari vitati in collina con brezze fresche provenienti dall’Aprica sul Lago d’Iseo dove vengono mitigate. Microclima particolare ed ottimo per la vite, bassa umidità che non permette nebbie d’inverno ed afa d’estate. Oltre al microclima unico in questa zona è unico anche il terreno, residuo di un ghiacciaio estinto e combinazione di limo, argilla e ghiaia. Terreno di origine morenica che si ritrova nel vino. Clima e terreno adatti alla spumantizzazione. Ma la Franciacorta per come la conosciamo oggi è nata negli anni Settanta. Prima qui venivano prodotti vini rossi. L’intuizione del giovane enologo Franco Ziliani, chiamato da Berlucchi per migliorare i vini rossi, ha portato dopo sperimentazioni alla nascita dello spumante da Metodo Classico. L’autoclave aveva costi troppo elevati, ma lo studio del terreno, simile a quello della zona dello Champagne, ha stimolato le prove fino alla nascita nel 1972 del Pinot di Franciacorta. Oggi è una delle zone spumantistiche più importanti d’Italia. Vendemmia precoce per mantenere una buona acidità. Vitigni impiegati Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco fanno parte della Franciacorta DOCG, con disciplinare più rigido al mondo. Chardonnay minimo 50%, Pinot Nero minimo 50% e Pinot Bianco massimo 50%. Minimo affinamento 18 mesi che diventa minimo 60 per la Riserva. Il Rosè prevede da un minimo di 25% ad un massimo di 100% di Pinot Nero.
Il panorama gastronomico della Lombardia è molto complesso e non facile da definire per la varietà della conformazione, la presenza di fiumi e laghi e di pianura e montagna. Antipasti a base di salumi, salame di Varzi o di Cremona, Slinzega, bresaola della Valtellina. Classico piatto milanese il risotto allo zafferano, altri piatti caratteristici sono i tortelli di zucca mantovani, i pissoccheri valtellinesi, gli sciatt, la cässola, la mostarda di Cremona, i tortelli dolci cremaschi, il panettone, la colomba pasquale ed una vasta gamma di formaggi tra cui il quartirolo lombardo, il gorgonzola, la raspadüra.