Il titolo è un pò provocatorio, ma sono sempre di più i produttori convinti delle benefiche influenze della musica sul vino.
Dai test sull’intelligenza dei primi anni ’90 condotti negli Stati Uniti a quelli più recenti di Tel Aviv, sui neonati prematuri, sembra che la musica rivesta un ruolo fondamentale nell’attivare alcune zone del cervello e nell’innescare dei processi atti a superare meglio alcuni ostacoli.
La musica è stimolo cerebrale, parla alle nostre cellule interagendo con la parte di noi che ci è più sconosciuta e ci rende più reattivi.
Sono stati tanti, negli ultimi cinquant’anni i ricercatori che hanno studiato le influenze della musica sulla crescita delle piante.
Joel Sternheimer, musicista e fisico francese, ha scoperto le vibrazioni emesse dagli aminoacidi nel processo di formazione delle proteine, trascrivendole in note musicali. Una progressione che, evitando le dissonanze, favorisce le frequenze vicine e presenta delle regolarità ritmiche.
Gli effetti benefici sono stati riprodotti in modo scientifico. Nel 1992 Sternheimer forgia una tecnica utile a stimolare o inibire una proteina collocata al centro delle cellule delle piante.
Questa melodia prende il nome di protéodie ed ha timbro e ritmo dedotto dalla struttura della proteina scelta. A Vouvray, nel dipartimento di Loira e Indre, alcuni viticoltori, ormai da anni, fanno ascoltare ai vigneti questa particolare melodia.
Gli altoparlanti, disposti tra i filari, diffondono questa musica stimolante due volte al giorno, favorendo lo sviluppo delle viti e difendendole dai parassiti.
In Italia le viti del podere Paradiso di Frassina di Carlo Cignozzi, in Val d’Orcia e della biodinamica Tenuta Mara di Giordano Emendatori, in Romagna, ascoltano 24 ore al giorno la musica di Mozart.
Le casse acustiche Bose danno risultati sorprendenti, inaspettati e visibili. Grappoli sani, forti e resistenti.
Gabriele Da Prato, musicista per passione e vigneron, è fortemente convinto che l’uva trattenga le vibrazioni musicali e sia in grado di restituirle poi al vino.
È con questo spirito che si aggira suonando il trombone nelle sue vigne condotte in biodinamico e disposte ad anfiteatro naturale intorno alla cantina, nella Valle del Serchio, a 400 m. sul livello del mare.
Thomas Koeberl e Markus Bachmann, enogastronomi austriaci sono convinti che la musica di Mozart sia speciale sulla vegetazione. Non solo, ritengono che tutti i benefici in fase di fermentazione del vino siano imputabili alla sinfonia n. 41 del grande compositore salisburghese. La musica si sposta così dalla vigna in cantina.
Oreste Tombolini ha introdotto dal 2010 l’affinamento del suo vino Brandisio in barricaia portata alla risonanza acustica con canti gregoriani selezionati, lo stesso per Tenuta Mara.
Il musicista Ezio Bosso ha selezionato per Rodolfo Migliorini alcune delle sue opere in una composizione utile a influenzare il processo di rifermentazione in bottiglia dei lieviti. È nato così lo spumante Valentino Door 185th che passa otto anni di affinamento con una sollecitazione musicale misurata e controllata.
Peppe Vessicchio, compositore e direttore d’orchestra, produce vini con il Metodo Freeman, una tecnica di armonizzazione che porta miglioramenti e longevità.
Attraverso le note musicali, le ripetute vibrazioni musico-armoniche, il vino, durante la fase di affinamento, viene portato alla catalisi ristrutturativa, e ritrova all’interno di sé le condizioni di equilibrio dei legami. Questo metodo consente al vino di evolvere e di esprimersi in un’esplosione sensoriale a livello olfattivo e gustativo.
L’esplorazione delle potenzialità del suono, il modo in cui entrano in noi con la capacità di muovere i sentimenti ed il suo innegabile potere benefico sono raccontati nel suo libro La musica fa crescere i pomodori.