Giampietro Comolli degusta per voi questo meraviglioso vino sardo: Santadi Solais VSQ brut – Cantina Santadi delle Baronie del Sulcis
In esclusiva per il blog Tannina, la degustazione del dott. Giampietro Comolli.
Il sud ovest della Sardegna, fra Carbonia e Iglesias, Guspinese e Arbus, compreso isole di San Pietro e Carloforte, fondato dai Liguri, e di Sant’Antioco, produce un grande “saleitaliano” marino meritevole della Dop-Bio. In questa terra, ricca di miniere e di cave, si estraeva fino a qualche decennio orsono, il miglior carbone italiano, una ricchezza dell’antico Giudicato Cagliaritano, abitato già 5000 anni fa. Furono i Fenici e Cartaginesi a scoprire i giacimenti, oggi inseriti nella lista di attesa dell’Unesco per il riconoscimento di patrimonio mondiale. Qui tutto è terra e mare, dal Parco naturale del Sulcis al celebre Pan di Zucchero, dalla pineta di Porto Pino fino al Golfo di Palmas. I golfi di Gonnesa e di Portixeddu sono la migliore meta in Italia per i surfisti.
La Cantina Santadi, viticoltori delle Baronie a Santadi, punta sui vitigni autoctoni di Carignano e Vermentino principalmente, coltivati ad alberello dal piano del mare a 170 mslm, grazie ai 200 soci e alle vigne di proprietà. È una realtà gestita molto bene, con innovazione e competenze, ottima cantina per le botticelle di legno. Produce il Vermentino Cala Silente, il Terre Brune con il Carignano del Sulcis Doc Superiore , l’Antigua con l’uva Monica di Sardegna doc, il Pedraia a base delle uve Nuragus, il Noras con uve di Cannonau di Sardegna Doc, l’Araja di Valli di Porto Pino Igt con una impronta unica di Sangiovese salmastro delle sabbia costiere, il Latinia ottenuto da un mix (segreto) di vitigni storici antichi come Pansale e Nasco.
Il Santadi Solais VSQ brut, metodo champenois, è uno dei vini spumeggianti migliori assaggiati nell’anno 2020, solo da uve bianche autoctone da viti coltivate a spalliera su terreno sabbioso argilloso. Pressatura uva intera soffice, decantazione in giornata, fermentazione in acciaio, affinamento sulle fecce per 6-7 mesi, rifermentazione di almeno 24 mesi sui lieviti. Abito più paglierino che giallo squillante e cristallino. Al naso sentori vegetali piacevoli e raffinati e di panfocaccia, oltre che di fiori bianchi. In bocca esprime un buon corpo non pesante e ben equilibrato accompagnato da una effervescenza finissima molto fresca con toni minerali e acidità delicata rotonda, nota solo accennata di lievito, sapido e leggermente iodato, finale fruttato d’uva, di pesca e mandorla fresca invitante e accattivante beva.
Ancor più convinto che bollicine come queste non abbiano barriere gastronomiche, ma davvero apprezzabile con i culurgiones con ricotta zafferano pomodoro e cacio oppure i malloreddus conditi solo con i formaggi sardi fiore e pecorino oppure un piatto di spaghetti con ragù alla bolognese oppure un trancio di tonno scottato in padella oppure le cervella di vitello panate e fritte in olioEvo.
Cantina Santadi , via Cagliari 78, 09010 Santadi (SU), tel +390781950127