Si è da poche ore concluso l’evento Beux 2021, per cui ringrazio Anisa Abazi per il graditissimo invito e l’ospitalità presso le cantine Enotria Tellus e Ca’ di Rajo.
Affascinante e suggestivo sistema di allevamento, è stato al centro del nostro incontro. Simbolo dell’ingegno dell’uomo. Lo spazio tra i filari consentiva al mezzadro, altre colture, negli anni in cui l’agricoltura era di sussistenza ed il vino non aveva ancora il valore simbolico di oggi. Le prime viti nascevano maritate ai gelsi. Vino, orto e bachi da seta, tutto in un unico spazio. Superficie produttiva sfruttata al massimo per combattere la povertà assoluta.
Grande l’impegno da parte delle due cantine a mantenere viva questa tradizione che origina una produzione di eccellenza di vini bianchi e, allo stesso tempo, si rivela un esempio di architettura del paesaggio, ecosostenibile. Conservare questo sistema di allevamento significa, per le due cantine, rispetto per l’ambiente e per un territorio che in passato era solo terra, non turismo, non industria, ma terra, agricoltura e povertà. Rispetto per le generazioni passate che hanno saputo cogliere le opportunità che piano piano hanno drenato ricchezza. Mantenere questo sistema di allevamento, che ha una gestione manuale ed antieconomica, ha davvero un grandissimo valore simbolico.
Interessante il vitigno autoctono di Tai secolare, un vero monumento a cielo aperto.
Gli assaggi di vino veneto, i pranzi e la cena si sono svolti sotto queste viti ricche di storia, in un contesto “magico”.
Interessante la degustazione, rigorosamente alla cieca, dei vini portati dai 50 partecipanti all’evento, suddivisi in tre categorie: vitigni autoctoni, coltivazioni autoctone e vini estremi. Tutto con una vera e propria “commissione” e successiva premiazione.
Visto il territorio, l’evento è stato arricchito con la presentazione del Prosecco DOC Rosé, diventato un asset fondamentale per lo sviluppo del mercato enogastronomico, grazie alla sua grandissima versatilità. Il prodotto che in passato aveva la funzione di alimento, già imitato ai tempi della Serenissima (tentativo di frode ante litteram) e che oggi è un lusso “democratico”, si tinge di rosa, con il Pinot Nero. Inserito a breve nel disciplinare ha convinto la critica con giudizi positivi. Interessante scoprire che il Prosecco Rosa veniva già prodotto dalle cantine nei tempi passati.
Molte le occasioni di consumo del Prosecco, come aperitivo o a tutto pasto. Il segreto del suo successo.
Due giorni ben pensati per la scoperta e la valorizzazione del territorio di queste zone di produzione. Ringrazio gli ospiti Anisa e Fabio di Enotria Tellus e Simone Cecchetto di Ca’ di Rajo, gli sponsor Diam, Nonno Andrea, De Stefani, Enopiave, Prosecco Doc.
Le foto, quelle più belle, sono di Andrea Anselmino @thewinesouls_. Grazie Andrea!
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